Marco Alesiani, monaco diocesano

Venerdì 11 novembre, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di Moriago, Marco Alesiani emetterà la professione monastica solenne nelle mani del Vescovo Corrado Pizziolo.

Evento singolare, in quanto si inscrive, in comunione con la nostra Chiesa diocesana, nella vicenda di una piccolaMarco Alesiani comunità cristiana e non nei ritmi storici di una grande abbazia e di una comunità monastica ampiamente riconosciute.

Evento singolare, ma non in sé isolato, visto che giunge a compimento dopo anni di preparazione dentro una realtà concreta, poco conosciuta e forse anche capita con difficoltà, quella dell’Eremo di San Leonardo in Moriago, il cui seme è stato gettato da Fernanda Baron quattordici anni fa, quando la chiamata a una esperienza di vita consacrata, sul modello delle grandi tradizioni del passato e, nel contempo, ancorata alla riflessione conciliare della Chiesa, fu riconosciuta e accolta dal Vescovo Alfredo Magarotto. Era il 6 agosto 2002, festa della Trasfigurazione del Signore; ora quel seme gettato e coltivato dà un nuovo frutto nel giorno della memoria di San Martino di Tours: sulla traccia di vita scelta e scritta da Fernanda, dopo lunga pratica e attento discernimento, si inserisce Marco in fraternità condivisa.

La Vita

Che le esperienze di Marco e Fernanda siano valutate a specchio lo richiedono non solo gli ideali che le ispirano, ma per un certo aspetto anche i percorsi di ricerca praticati con fiducia, non disgiunta da fatica, in un tempo lungo dentro il quale si sono avvicendate certezze ed esitazioni, speranze e delusioni, soste e avanzamenti.
Fernanda, biologa ricercatrice e poi docente nella scuola media, sceglie dapprima come proprio per sé l’impegno sociale e politico; partendo da posizioni sostanzialmente agnostiche approda a un cammino di ripensamento e investigazione interiore, tessendo collegamenti con varie comunità monastiche: San Giacomo di Veglia, Citerna, Camaldoli e Praglia.

Marco, di origine marchigiana, giunge nel Veneto in età pressoché matura; ha alle spalle una lunga ricerca maturata anche attraverso significativi viaggi e permanenze all’estero; sul piano religioso coglie un primo segnale forte attraverso la conoscenza del monastero di Camaldoli e, in specie, della comunità Camaldolese di Bardolino.
Fatti e coincidenze non di facile e univoca decifrazione si verificano nei primi anni 2000: Marco ha l’opportunità di lavorare nell’ambito del sociale, soprattutto disagiato; riconosce che l’incontro con realtà prima solo sfiorate, nelle quali ora è immerso, produce in lui come una benefica frattura; fornito delle debite qualifiche è assunto come operatore socio-sanitario dalla Nostra Famiglia di Conegliano, dove tuttora presta servizio. E’ il tempo in cui conosce la realtà dell’Eremo San Leonardo, con riferimento alla quale il Vescovo Alfredo Magarotto riconosce la possibilità di sperimentazione di una forma di vita comunitaria.

L’11 novembre Marco sarà dunque monaco di diritto diocesano. Chi è il monaco diocesano?

Nei primi secoli di vita della Chiesa i monaci erano semplici laici che vivevano soli o in piccoli gruppi, in una vita ritmata da preghiera e lavoro, consacrandosi a Dio in obbedienza al vescovo della Chiesa locale di appartenenza. Anche oggi, dopo il Concilio Vaticano II, la Chiesa si sta riappropriando di queste forme di vita monastica delle origini, perché siano percepite come carisma che lo Spirito dona alla Chiesa locale, al di là delle forme già esistenti e contemplate canonicamente.
Il servizio essenziale che il monaco diocesano rende alla sua Chiesa è di natura orante: l’ascolto della Parola di Dio e la preghiera liturgica scandiscono i ritmi della vita.

La Nostra Giornata

All’Eremo San Leonardo la giornata inizia alle 5.30 con la lectio divina personale e prosegue con il mattutino alle ore 6.30, seguito dalle lodi cantate (7.15), ora media (12.30), vespero cantato (17.30) e compieta (21.30). Ogni sabato si celebra la liturgia vigiliare alle ore 21 con riflessione sull’evangelo della domenica. Ogni mese nel tempo ordinario e ogni sabato nei tempi forti è proposta una lectio divina approfondita sempre sul testo evangelico della domenica. Chiunque lo desideri può unirsi ai monaci in questi momenti di preghiera.
Fondamentale è l’importanza riconosciuta al lavoro: nella sobria ferialità della vita quotidiana, il monaco condivide l’esperienza di ogni uomo impegnandosi in un lavoro adatto, finalizzato al proprio sostentamento e alla solidarietà con tutti.

L’ospitalità è un tratto distintivo del monachesimo antico e dunque nell’Eremo si possono trascorrere tempi di sosta e condivisione.

Si potrebbe dire che è proprio del monaco diocesano vivere come tutti e tra tutti, anche se diversamente da tutti.

 

Articolo di: Lamberto Pillonetto