Il museo di arte sacra di Mosnigo, è situato nei locali della canonica; in esso sono raccolti molti parati ed arredi liturgici, dell’immediato fine Prima Guerra Mondiale, che erano conservati nella piccola soffitta della sacrestia, dentro dei bauli, scatoloni e armadi. Poiché questo tesoro necessitava di un posto più ampio e decoroso, si è pensato, in comunione con il parroco, di allestire questo museo.
Tutti i parati ed arredi risalgono appunto al all’immediato dopo guerra, che rientrando dal profugato a Tarzo, il parroco di allora (Cav. Don Angelo Frare) chiese alla curia vescovile di Ceneda (Vittorio Veneto) il necessario per riallestire la chiesa, distrutta durante l’invasione dei soldati Austro-Ungarici, che fecero sparire una grande quantità di candelieri, turiboli, biancheria da altare, per non parlare delle numerose vesti Sacre preziose e meno e soprattutto, registri e documenti.
La nostra parrocchia come altre nella zona, sono state spogliate di numerosi tesori, di valore inestimabile, che non sono mai più stati ritrovati. E’ proprio per questo, che dopo il Concilio Vaticano II°, questi parati caduti parzialmente in disuso, venendo sostituiti dalle nuove vesti Sacre, e dai nuovi rituali, per conservarli e mantenerli nel migliore dei modi, e perché anch’essi non trovassero una fine indecorosa, si è trovata questa soluzione, in modo da rendere visibile e pubblico ciò di qui la parrocchia è in possesso, non diventando così una collezione privata, e nascosta agli occhi dei Mosnighesi.
Pensando ad un posto dove disporre il tutto, è spiccata la grande soffitta della canonica, dove dopo i lavori di restauro, nessuno aveva più messo piede. Certo il da farsi sarebbe stato grande per ripulire tutto il mansardato, ma questo lavoro di sistemazione è stato possibile grazie alla collaborazione di alcune persone volonterose della parrocchia, dedicando tempo, energie e contributi finanziari al fine di rendere onore a tutto ciò.
Il museo è stato aperto al pubblico il 19 aprile 2015 in occasione della prima edizione di “Mosnigo in fiore” e inaugurato il 20 giugno 2015 con la presenza del sindaco di Moriago, Giuseppe Tonello e la benedizione di mos. Mario Battistin.
Il museo è disposto su due piani: nel primo piano, si può osservare il baldacchino eucaristico risalente al 1920,
gli stendardi ancora ben conservati, della biancheria da altare, casule e piviali di recente fattura, l’ostensorio in argento, calici e reliquiari.
Nel secondo piano, si entra nel fulcro del museo, salite le scale sono esposti Messali e Lezionari con date risalenti anche a fine 1800, scritti in latino, ed altri libri liturgici;
Nella stessa zona troviamo anche il necessario, usato per i battesimi, e le ampolle in argento che contenevano i Sacri Olii, troviamo anche una piastra da Particole con lo stampo.
Proseguendo è esposto l’antico parato funebre, comprendente: Piviale, Pianeta e Stola, arredi da altare e drappi in velluto e damasco, neri.
Sempre nella stessa area si trovano le foto e ricordi dei parroci precedenti, il bozzetto su tavola della pala di San Martino che si trova in Chiesa, manipoli, e un piccolo archivio di documenti relativi alla parrocchia.
Passando oltre si entra nel centro del piccolo museo, dove si viene avvolti dai preziosi parati in seta , broccato e damasco, ricamati e non, secondo i vari colori e tempi liturgici. Tra tutte spicca la pianeta in seta bianca ricamata in filo di seta e oro indossata anche dall’allora S.E. M. Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I°, indossata in occasione delle Sante Cresime a Mosnigo.
A fare da sfondo e richiamo all’antichità, è il prezioso parato per la messa in terzo che comprende : Piviale, Pianeta, Dalmatiche, Stole, Manipoli, Conopeo e Velo Omerale, unico corredo completo.
Molto altro vi troviamo, e oltre ai paramenti ci sono anche le vecchie vesti da chierichetto, che fanno ricordare ai meno giovani il loro servizio svolto all’altare.
Pertanto, possiamo dire che l’allestimento di questo museo, oltre a conservare la storia della parrocchia, riesce ogni volta a suscitare nel visitatore ammirazione. Per i Mosnighesi, invece anche emozione affettiva.
Vi invitiamo a venire a visitare questo piccolo tesoro…
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