Novembre
Il tempo del buio e della luce
Tra le esperienze di novembre per me c’è l’odore delle fronde che avvizziscono nella sabbia sempre più fitta. E c’è la pioggia novembrina che non smette mai. Ma in questo mese ci sono sempre anche giornate di sole, nelle quali le foglie rimaste appese ai rami degli alberi risplendono ancora.
Di solito per molti questo mese è collegato a un lavoro intenso: prima del tranquillo periodo dell’Avvento ci sono ancora delle scadenze importanti. Si lavora dandosi da fare per concludere alcuni progetti prima che termini l’anno. Di solito, però, novembre è anche un mese in cui la febbrile concitazione dell’anno man mano si placa un po’ e si ha maggiore tranquillità anche per pensare.
A tanti risulta problematica la tristezza di novembre: è il mese dei defunti. La natura muore: gli alberi hanno ormai lasciato cadere il loro variopinto fogliame. E quando si vede che fuori diventa buio prima, alcuni si fanno cogliere nell’animo da uno stato di depressione.
Le persone depresse spesso hanno paura di questa stagione. Non solo a sera diventa buio prima, ma l’oscurità invade anche il loro cuore. Si sentono come sotto una cortina. E l’atmosfera di tristezza della natura avvolge anche il loro animo. In novembre ricorrono anche i giorni in ricordo dei fedeli defunti, come il “Giorno dei morti”, che riprendono la cupa atmosfera della stagione.
La liturgia, tuttavia, conosce anche feste di segno opposto rispetto alla Commemorazione dei defunti: nel giorno di Ognissanti volgiamo lo sguardo alla gloria del cielo e celebriamo la nostra speranza nella beatitudine eterna. La festa di san Martino di Tours (11 novembre) è amata, non solo dai bambini, per l’usanza delle lanterne. E anche nelle memorie di santa Elisabetta di Turingia (19 novembre) e di santa Caterina di Alessandria d’Egitto (25 novembre) la nostra anima viene illuminata. Elisabetta, in particolare, ha irradiato la luce dell’amore; Caterina, la donna regale più sapiente di tutti i filosofi pagani, viene rappresentata con la ruota dentata. La memoria di queste due sante ci dice che non siamo legati al destino che ci piomba addosso dall’esterno. In noi c’è qualcosa che sfida il destino. Non siamo esposti all’umore esteriore. In noi c’è uno spazio di luce dove finisce il potere delle tenebre. E, nell’ultima domenica dell’anno liturgico, la festa di Cristo Re ci ricorda che non siamo dominati dagli altri e che possiamo camminare a testa alta, in mezzo a tutti i pericoli della nostra vita.
Anche in novembre ci sono giornate di sole. Il dì adesso ha una luce particolare. Una luce che risplende nel buio: è questo il motivo profondo di questo mese. Quando nella festa di san Martino, molto sentita nell’Europa centrale, i bambini illuminano la notte con le loro lanterne, può giungere a noi questo messaggio: neppure in queste settimane dobbiamo dimenticare la luce interiore, che ci illumina soprattutto nella festa di Ognissanti, non solo nella Commemorazione dei defunti.
Vi auguro quindi un novembre benedetto. Vi auguro che, attraverso tutte le atmosfere della natura, Dio interpelli i lati chiari e quelli oscuri della vostra anima e li trasformi con la sua grazia.
Vi auguro che col calare della luce del sole possiate scoprire la luce del vostro cuore e sentire in voi, nel freddo delle giornate, l’ardore dello Spirito Santo, affinché il vostro cuore si apra a Dio ma anche alle persone che vi sono vicine e che ne hanno bisogno.
Anselm Grün, Vivere con semplicità. Il grande libro della spiritualità e dell’arte di vivere, Queriniana Editrice, Brescia 2012