“Cosa farebbe il Vescovo senza i chierichetti?"
Con queste parole, durante la celebrazione della Cresima dell’anno 2015, il Vescovo Mons. Ravignani, ringraziava il gruppo di ragazzi di Vidor che avevano servito all’altare in quella circostanza. Sicuramente il celebrante può fare ‘senza i chierichetti’, ma la loro presenza è di per sé segno di festa, di servizio, di comunità riunita in preghiera.
Quello del servizio all’altare durante le liturgie è certamente lo scopo fondamentale dell’essere chierichetto, e ciò implica un’accurata preparazione, che consiste nell’istruire i più giovani da parte dei più grandi e nel fare prove mirate nei periodi forti dell’anno liturgico (con annessa prova e passaggio di taglia delle vesti!) ed in concomitanza con celebrazioni speciali, come Prime Comunioni e Cresime.
Ci piace a volte definire i ragazzi ‘operai della vigna del Signore’, che come tali sono chiamati a periodi di attività ordinaria e a periodi di lavoro intenso che comprende dello straordinario…
Il primo a creare un vero e proprio ‘gruppo’ nella nostra Parrocchia, è stato don Benedetto, il quale dava anche il via ad una tradizione che tutt’ora rimane, quella che a farne parte fossero solo ragazzi. Non si sa bene da quando, invece, si è preso a registrare le presenze di ciascuno su un cartellone (i ‘bollini’), così da avere - da ottobre circa a giugno - una graduatoria di… fedeltà, premiata con qualche gratificante riconoscimento.
Del gruppo al momento fanno parte 17 fra ragazzini e giovani, con una loro certa gerarchia, per cui gli ‘anziani’ sono le guide dei neofiti, ed in particolare i ‘capi’ sono coloro ai quali spetta la distribuzione degli incarichi ad ogni liturgia, la preparazione delle prove, la gestione del gruppo insieme ad un gruppo di animatori adulti. Attualmente i capi sono due, ma ad ogni avvicendamento, il numero dei ‘capi’ può variare. Il gruppo degli animatori invece, da qualche anno, è composto da quattro persone, oltre naturalmente al Parroco: Bisol Linda, Ferracin Claudia, Vicenzot Christian e Bressan Ornella (referente).
Il gruppo degli animatori, con i capi dei ragazzi, si occupa e segue la programmazione annuale delle attività, che, al di là del calendario e degli impegni liturgici, può comprendere un’uscita di un giorno per fare insieme giochi, un’uscita di due giorni con camminata, un pranzo/cena tutti insieme, la visita ad una chiesa di una parrocchia (e relativo campanile!!), la preparazione e partecipazione al Palio diocesano… A quest’ultimo proposito, ci ha riempito di tanta soddisfazione l’aver vinto il titolo sia nel 2010 che nel 2015. La preparazione per il Palio è molto (molto!) impegnativa; però, al di là dell’aspetto della gara, è sempre motivo di lavoro insieme, di relazione con l’intera Comunità e di incontro con molte persone, di riflessione e crescita personale e di gruppo.
Ah... nell’ovone di Pasqua vinto con il Palio 2015, abbiamo trovato un ‘galletto’ peluche, che è diventato la nostra mascotte: Richetto, la mascotte del chierichetto!!
Perché fare il chierichetto secondo i ragazzi? Ecco alcune delle loro risposte:
“Mi piace fare il chierichetto e servire la Messa per aiutare il don, stare con i miei amici e fare un servizio utile per la comunità” (Federico, 11 anni); “per me fare il chierichetto è donare un po’ del mio tempo a Gesù per sentirmi più vicino a lui. Adesso che sono un po’ più grande è bello vedere i più piccoli unirsi a questo gruppetto per poter dire loro di essere stati bravi per il loro “servizio” svolto” (Nicola, 14 anni); “ho deciso di fare il chierichetto per aiutare la mia comunità a pregare Dio portando il mio piccolo contributo” (Alberto, 11 anni); “ho deciso di fare il chierichetto per seguire l’esempio dei miei amici, ma poi mi sono reso conto che è un servizio importante e mi piace aiutare i più piccoli a imparare a farlo bene” (Enrico, 10 anni); “faccio il chierichetto per aiutare la parrocchia, perché la Messa sia sempre animata” (Matteo, 10 anni); “faccio il chierichetto perché mi fa star bene servire il Signore” (Dario, 13 anni).
L’auspicio di tutti noi è che, per quanti ragazzi lascino la veste perché decidono per il “pensionamento”, altrettanti di nuovi prendano ad indossarla, per avere un gruppo sempre vivace, motivato e attivo, "efficiente" e capace, con la sua presenza alle celebrazioni, di essere d’aiuto alla Comunità nella preghiera!
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